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SECONDO 4'-ì9 contro F accuse appostegli: Sono in disdetta et disgrazia grande de Francesi, nè aspetto altro, che la total ruina vincendo loro; et in odio della Cesarea Maestà et del suo Consiglio. Quo igitur me vertam nisi ad tutissimum portum testimonii propriae conscientiae et innocentiae? Mi ritruovo in queste angustie solo per essere stato troppo obbediente, amorevole et fedele servitor di quella santa et gloriosa memoria di Leone, per causa della quale i Francesi m inimicano, quantunque fedelissimamente gli abbia serviti; di che te testem appello. Sono in odio dei Cesari ani, per haver sinceramente negoziato pei Francesi, ne’ cui negozii m intruse pur (quella santa memoria, me reclamante et contradicente, di che pure te testem appello. Et havendogli abbandonati, pur mi revocò sforzandomi a ritornar da Napoli, et quei Signori dicono, ch'io stesso mi offersi a' servi ti i di Francia. Il che quanto sia vero, voi. il sapete, se la Maestà del Re per tre volte mandò ad instarmi, et tamen io non volsi mai accettare le condizioni, se non dappoichè il Papa mi sforzò importunato pur da Francia per lettere del Revendissimo S. Maria in Portico, et per haver collocato l Illustrissimo Sig. Duca d Urbino pure a quei servitii; et tuttavia non vuolsi mai ratificare il contratto, manco accettare denari, nè pigliar l ordine di S. Michele, nè far la compagnia delle genti d armi a me assignata; segni certo di veramente star implicato a gran forza in quei serviti i, li quali subito abbandonai fatta la dichiarazione della nimicizia di N. S. et della Maestà Cesarea con Francia,