Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/438

424 LIBRO religione fu tanto più ammirabile e degno di lode, quanto meno sembrava doversi ciò aspettare da un uomo della condizione di cui egli era. Parlo di Alberto Pio signor di Carpi uno de’ più dotti uomini di questo secolo, la cui memoria merita di essere illustrata più che non è stato fatto finora. Tra le Opere di Auberto Mireo io veggo citarsi la Vita di Alberto Pio, stampata in Anversa nel 1622. Ma egli ragiona di Alberto arciduca d'Austria, morto Fanno innanzi nelle Fiandre. Del nostro Alberto niuno, ch'io sappia, ha scritta la Vita, e io mi studierò perciò di farlo, come meglio mi sia possibile, in mezzo all oscurità in cui siamo fino al presente rimasti (a). Kra egli figlio di Leonello signor di Carpi e di più altre castella, e di una sorella del celebre Giovanni Pico, e insiem con Leonello suo fratello avea comune il suddetto dominio con Giberto ed altri fratelli figliuoli di Marco, di un altro ramo della stessa famiglia. La divisione del fautori là cagionò la divisione degli animi, e questa giunse tant'oltre, che dal 14f)4 f*no >5oo il dominio de Pii fu un sanguinoso teatro di guerre civili. L Imp Massimiliano fu favorevole or all uno or all altro partito; e dall'ornatissimo sig avv Eustachio Cabassi carpigiano mi è stata comunicata una lunga lettera latina, da (a) Nella Biblioteca modenese lio poscia svolte più ampiamente tutte le vicende di questo celebre principe degno di miglior sorte, e ho proccurato di tesserne una compita apologia, e insieme di rischiarar meglio lutto ciò che agli studi da esso fatti e promossi appartiene (t. 4» p- •‘»fL cc)‘