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4°4 LIBRO yeggendo i grandi ili quell'età intenti principalmente a promuovere e ad avvivare la poesia e gli altri studi dell amena letteratura, ad essi sol si volgevano \ e la teologia si rimaneva per lo più confinata ne chiostri, e vendicavasi del disprezzo che per essa mostravano i begli spiriti, col disprezzare a vicenda IVrudiziou loro e la loro eleganza. Per altra parte molti de novatori eran uomini non sol dotati di acuto ingegno, ma ancor di diverse pregevoli cognizioni; e dello studio da essi fatto nelle lingue ebraica e greca, nell esame delle opere de SS. Padri, nè monumenti della profana e dell ecclesiastica storia si abusavano ad accreditare le ree loro opinioni. I teologi cattolici, non avvezzi per lo più ad uscire dagli angusti confini delle scolastiche sottigliezze, gridavano ad alta voce all errore j c sinché altro da essi non si chiedeva che di mostrar la fallacia degli argomenti de loro nimici, uscivano trionfanti dalla battaglia. Ma se venivano loro opposte ragioni tratte da altri fonti a cui non aveano attinto, qualunque partito essi prendessero, o di rispondere, odi tacere, la zuffa riusciva troppo ineguale, e il successo era loro comunemente poco onorevole. Conobbesi allora, che a combattere le recenti eresie era necessario il fornirsi di alcune armi medesime di cui valevansi i novatori j e i teologi presero a esercitarsi nello studio delle lingue straniere, a consultare l’antichità e la storia, a discerner le opere vere dei SS. Padri dalle supposte, e a rendersi in tal maniera capaci di sostener con fermezza e di ribattere con valore gli sforzi dell'eresia. Quindi allorchè radunossi