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piamo 365 di altro non si ragiona che di statue, di medaglie, di busti, di bronzi e di marmi antichi, che il Garimberto per ordin di lui andava adunando e inviandogli a Guastalla, ove Cesare ne stava formando una tal galleria che poche uguali dovea avere in Italia. Il Garimberto medesimo ne faceva per se stesso raccolta; e dalle stesse lettere si conosce che questo ardore nelfandar in cerca di tai monumenti era allora universale in tutta l’Italia. Il ricchissimo museo Farnese per ultimo, che fu poscia nel corrente secolo trasportato a Napoli, ebbe probabilmente principio nel tempo di cui scriviamo; ed è verisimile ch esso fosse opera principalmente de’ cardinali Alessandro e Ranuccio, i’ quali abbiamo veduto quanto fossero spendidi nel favorire e nell’avvivare gli studi. XXIV. Questo sì vivo ardore nel disotterrare e nel rendere in certo modo alla vita i monumenti antichi, fu proprio ancor di moltissimi tra’ privati. E appena fu uom dotto nel corso di questo secolo, che non si dilettasse di averne gran copia. Roma principalmente col porre sott’occhio de’ riguardanti tanti venerabili avanzi dell’antica grandezza, che avean superata l’invidia del tempo e il furore de’ barbari, parea che stimolasse i suoi abitanti a scavare e a ricercare da ogni parte per iscoprir quelli ch eran l imasti vittima dell’ ignoranza de’ secoli precedenti. Le descrizioni che Ulisse Aldrovandi, Andrea Fulvio, Lucio Mauro e più altri ci diedero a quel tempo delle antichità che in Roma si conservavano, ci fan conoscere che molti de’ più ragguardevoli cittadini pensavano XXIV. (ÌJU <If|;Ii l'alimi ili somigliami tinnii»,