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36 u 1 LIBRO e da cui e insieme dal sig. ab Luigi Lanzi speriamo di aver presto la Storia e la descri» zione di questo sì ricco museo. Nè solo go. deva Cosimo di radunare cotai tesori, ma compiacevasi egli stesso di adoperarsi colle proprie mani nel ripulirli. Questa sì pregevol raccolta di monumenti antichi d’ogni maniera fu lasciata da Cosimo al suo successore e figliuolo Francesco I, il quale non pago di accrescerne sempre più il numero, come raccogliesi da molte lettere di Ercole Basso (Lettere pittor. t 3), accrebbene ancora le stanze, facendo fabbricar quella che dicesi la Tribuna, ove le più belle rarità in tela ed in marmo si veggon raccolte per modo, che questa real galleria è stata sempre ed è tuttora l’oggetto della maraviglia de viaggiatori eruditi, e vi si vede in opportuno e vaghissimo ordin disposto quanto tutte le belle arti hanno in ogni tempo e presso ogni nazione prodotto di più ammirabile e di più raro (Bianchini, l. c. p. \o) (a), Ferdinando I non fu in questo genere di lode punto inferiore nè al fratello nè al padre. Mentre era cardinale in Roma, fece egli ancora una magnifica collezione di antichità d’ ogni sorta, e fece fra le altre cose l acquisto della celebre Venere detta poi Medicea, che basta essa sola a conciliar (a) Della sollecitudine e della magnificenza del duca Cosimo I nel raccogliere antichità d ogni genere, alcuni bei documenti si possnn vedere nella Storia del Gran Ducato di Toscana ultimamente pubblicata d;d sig Gallimi (l. 2, c. io} l. 3, r. io). Le opere del sig. Peli e del sig. abate l.anzi qui accennate han poscia veduta la luce.