Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/368

354 LlIiKO giudizio, c ili nome illustre. Il (/(tal giovane lui voluto poi tuttavia seguir gli studi con tanta diligenza e sollecitudine, che non se ne è forse veduta in altri altra tale da già molt' anni. E tenendolo il padre nello Studio di Padova molto comodo di denari, egli tutto quello, che molti altri nobili giovani e ricchi sogliono le più volte spendere in pompe, sollazzi, e spese più vane che utili e necessarie, ha speso di continuo in accomodar quanti rari uomini son venuti capo /arido in quella Città non in tutto comodi dei lor bisogni, ed in onorare ogni sorta di virtuosi e sopra tutto in tener una Libreria degna di'ogni gran Principe e Repubblica, non che di. qualsivoglia Gentiluomo particolare. Tal che senza alcun dubbio non si vede in lui alcuna cosa giovanile se non Iaspetto, Fetà, e il vigore, e s ha acquistato nome in tutte queste Città, ed in tutta l'Italia di essere stato creato dalla natura per un raro esempio di quasi tutto quello, ch ella sa, e ch'ella può; poichè egli in età così fresca si vede arrivato a tanto colmo di Scienze, e a così notabilmente virtuosa vita, e in tanta rara opinione e speranza di tutti coloro, che lo conoscono per presenza o per fama \ pubblica (Lettere di Principi, t. 1, p. 227, ed. ven 1564. Somiglianti, benchè più brevi, sono gli elogi che di lui fa Paolo Manuzio in una lel• era a lui medesimo scritta (Famil l. 4, ep. 5), e in una altra ad Ottavio Sammarco, nella quale con lui si rallegra che goda in Padova della conversazion del l incili, di cui esalta con somme lodi la probità, la cortesia, l' erudizione, lo studio e la modestia, per la quale, benchè degno,