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« XVIII. Ju Ferrara. 340 LIBRO Passò poscia alle mani del cardinale Pietro Ottobuoni, che fu poi Alessandro VIII, e che lasciolla alla sua famiglia; finchè Benedetto XIV essendo ella stata frattanto accresciuta e di molti libri comperati da diversi posseditori e dei’ codici manoscritti della reina Cristina di Svezia, la uni alla Vaticana. Così questa biblioteca ebbe la sorte d aver successivamente padroni che, conoscendone il pregio, la conservarono e l aumentarono con diligenza; il che se di tutte le altre fosse avvenuto, noi non avremmo a dolerci, come tante volte ci convien fare, della trascuratezza dei’ nostri maggiori. XVIIl. L’esempio degli Estensi in Ferrara eccitò molti tra’ cittadini privati a raccogliere a imitazion loro una ragguardevole copia di libri. E tra essi deesi il primo luogo a Celio Calcagnini, singolarmente per l’uso a cui destinolli'!. Egli nel suo testamento, parte del quale si riferisce dal Borsetti (Hist. Gymn. ferr. pars 1, p. 198), fatto a’ 4 di maggio dell’an 1539, lasciò tutti i suoi libri a’ Religiosi dell’Ordine de" Predicatori in Ferrara, e insiem con essi diversi stromenti di matematica, a condizione che si dovesser riporre nella loro biblioteca e servire a pubblico uso, e specialmente della sua nobil famiglia; e ordinò innoltre che ai’ religiosi medesimi si pagassero 50 scudi d’oro in oro pei’ banchi e per gli altri arredi necessarii alla disposizione dei’ libri. Morì il Calcagnini non già nell’an 1546, come affermasi dal Borsetti, ma nel 1541, come prova il Barufaldi (Guarin. Suppl. ad Hist. fcrr. Gjrmn.