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3aG LIBRO mostra insieme che il pontefice costretto allora a pensare a tutt’altro, non curavasi punto di essa: Dicere non possum, qnod sim tua, visere quam non Hactenus ipse velis, Septime, nec pateris. Hinc gemo et illacrymor, quod sim tibi vilior elga, Sordidior coeno, Thesiphone horridior. Hac ratione tuum petii ipsa coacta tribunal, Quamvis erubeam tam misera et lacera, ec. ib. p. 846. I AITI. Paolo III. che con più saggio consiglio tenendosi neutrale nelle guerre de principi, amò sopra ogni cosa il titolo e la lode di padre comune, potè riparare almeno in gran parte i danni che le precedenti guerre avean recato a Roma. Quindi anche la biblioteca Vaticana cominciò in certo modo a risorgere sotto questo pontefice, il quale fra le altre cose le aggiunse due scrittori, un greco, l altro latino, de’ quali fosse pensiero non solo il custodire i codici, ma il copiare ancor quelli che per vecchiezza o per danni sofferti cominciassero a consumarsi (V. praef. ad vol. 1 Catal. Codd. mss. orient Bibl. vatic, p. 22). Grandi vantaggi potea questa biblioteca sperare da Marcello II, s’egli avesse avuto più lungo pontificato. E ne pochi giorni che il tenne, rivolse tosto ad essa il pensiero, aggiugnendole due revisori o correttori de’ libri, de’ quali poi ei volea valersi, quando avesse eseguito il disegno che avea formato di aprire nella biblioteca medesima una stamperia greca e latina, per dare in luce le opere inedite ivi serbate (Rocca de Bibl. Vatic. p. 56; Pollidori, Vita Marceli li, p. 126).