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PRIMO 3 13 rclizioni de* Gioliti sono non rare volte leggiadre più che corrette, poichè a correggere i libri suol essere più opportuno un mediocre ma paziente conoscitore, che un uomo dotto (*). Daniello Bombergh di Anversa aprì in Venezia una magnifica stamperia ebraica nell1 anno i5i8 (Foscarini, Letterat. Venez. p. 343). Gregorio Giorgio veneziano eresse in Fano a spese di Giulio II la prima stamperia arabica che si vedesse in Europa, e ne uscì un libro nel 1514 (ivi) (a), e pochi anni appresso fu pubblicato nella medesima lingua l'Alcorano da Paganino da Brescia (Quirini Ep. ad Saxium ad calc. Bibl Script, mediol. p. 12). Bellissime edizioni abbiamo parimente di Vincenzo Valgrisi in (*) Fra i dotti che coll’erudite loro fatiche renderon celebri P edizioni de’ Gioliti e quelle ancora de’ Giunti e di altri stampatori veneziani, deesi anche annoverare il P. Francesco Turchi carmelitano, di cui abbiamo prefazioni, note e giunte a diverse opere «la essi pubblicate. E fra le altre cose si vuole osservare cbe ei fu il primo ad aggiugnere supplementi alla Storia di Livio tradotta dal JVar«li e pubblicata da' Giunti nel iHy5. Un grave errore è corso nelle Annotazioni di Apostolo Zeno alla Biblioteca del Fontanini, ove si afferma (l. i,p. 287) che il Turchi trasse un tal supplemento da quel del Freinshemio, perciocché questi non nacque che nel 1608, e nel 16T4 pubblicò i suoi Supplementi. Della quale osservazione io son «lrbitore all' eruditissimo sig. conte Rambnldo degli Azzoni Avogaro canonico di Trcvigi da me più volte lodato. (a) Il libro arabico stampato in Fano nel t5t4 é intitolato Scptcm Ilorae Canonicae, e ne esiste copra ottimamente conservata in questa ducal biblioteca di Modena. Di esso ha parlato ancora il celebre sig. abate Ginmhernardo De Rossi nella sua prelazione agli Epitalami i stampali in Parma (p. 18).