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312 LIBRO pretendeva, e fu sequestrata ogni cosa da molti altri creditori; che tra quelli e i nipoti del morto fu divisa la Libreria visitata prima, e spogliata d alcuni pezzi per ordine del Papa; che non all’ università di Pisa, ma ebbe in animo di lasciarla alla Repubblica di Venezia, e che di questa intenzione si trovava qui una lettera di lui. Intorno a che si può leggere ancora l erudita dissertazione della Libreria di S. Marco del ch. sig. d Jacopo Morelli (p.). Vili. Il Minuziano e i due Manuzii dovean esser in questa Storia con distinzion rammentati, perchè all esercizio dell arte loro congiunsero un erudizione assai superiore al loro impiego. Ma non debbon passarsi sotto silenzio alcuni altri che, se non furono dotti, colla bellezza però delle loro edizioni accrebbero e all’ arte loro e per essa all Italia onore non ordinario. Celebri sono le stampe di Filippo Giunti in Firenze, e di altri della stessa famiglia ivi e in Venezia, e anche in Lione (V. Crevenna Catal. de la Collect. de Livres t 6, p. 146). Giovanni Giolito de Ferrari di Trino del Monferrato, dopo avere esercitata quest’ arte nella sua patria, si trasferì a Venezia, ove ed egli e poscia Gabriele di lui figliuolo, e per ultimo Giovanni e Giampaolo figlio di Gabriele si acquistarono in essa tal nome, che le loro stampe sono tuttora l oggetto dell amore e delle ricerche di molti (Zeno, Note al Fontan. t. 1.p. 3;)8). Gabriele ebbe la sorte di avere a correttori delle sue stampe parecchi forniti di buona letteratura, come il Brucioli, il Sansovino, il Dolce, il Betussi (ivi, t. 2, p. 461). Ma ciò non ostante, le