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i a li uno elie si erano introdotti. Nel conclave in cui fu eletto Giulio II, eransi tutti i cardinali obbligati con giuramento, che quel di essi che fosse papa, avrebbe dentro due anni raccolto a tal fine un generale concilio. Parve che Giulio non 1 si curasse di mantenere la promessa j e perciò alcuni cardinali, a ciò eccitati singolarmente dal re di Francia sdegnato per altre ragioni contro il papa, aprirono l’an 1511 un preteso concilio in Pisa, che l anno seguente In tras-J portato a Milano e poscia a Lione. Ma tutto j l1 impegno e il potere di Lodovico XII non tu ] bastante a farlo riconoscere come legittimo.] Giulio II allora ne convocò uno nella basilica Lateranense 1’ annoi5ia, die continuò poscia sotto Leon X, e non ebbe fine che nel i5i^.| Parecchi opportuni regolamenti in esso furono! pubblicati "7 ma sembrava nondimeno che ciò ancor non bastasse, singolarmente dacchè, sorta nel 1518 l’eresia di Lutero, e poscia quella! ancor di Calvino e di più altri settarj, si vide! il bisogno di confermare solennemente i dogmi da lor combattuti, e di togliere questi abusi di cui con assai più grave abuso si valean essi ad oppugnare la Chiesa. Le guerre in cui si lasciarono av volgere Leone X e Clemente VII non permiser loro di radunare il sospirato con-j] cilio. Paolo III. degno anche perciò d’imraof tale memoria, dopo superate infinite difficoltà lo intimò finalmente con sua Bolla nel ìf» ¡2] e per mezzo dei’ suoi legati gli diede comincia-! mento in Trento nel dicembre del 1545. Due anni appresso il concilio per timor della pH 6te fu trasferito a Bologna Ma f opposizioJ