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PRIMO 3o5 Sdoppio vi ha trovate (in Grosippo,p. 22) alcune parole che non sono Ciceroniane; ma ciò non ostante ogni uom saggio vorrà essere un Manuzio anzichè uno Scioppio. Alcune altre lettere inedite ne son poi uscite in luce (Miscel. Coll rom. t 2, p. 387). Più rare sono le Lettere italiane, delle quali io non so che si abbia altra edizione dopo la prima del i56o (“), ed esse ancora si leggono con piacere per la semplicità e per la non affettata eleganza con cui sono scritte. Aggiungasi a ciò i Proverbi, un Trattato degli Elementi stampato nel j 55^ (Fontan. l. c. t 2, p. 326) e alcuni altri opuscoli di minor conto. Se egli fosse autore in ciò ch è la sposizione latina del Catechismo romano, come si afferma da molti, il vedremo a luogo più opportuno. Il Foscarini osservando che il Manuzio nella prefazione premessa al Concilio di Trento, da lui pubblicato, ne promette ancora in breve tempo la Storia, crede ch egli avesse in animo di comporla. Ma a me sembra che ciò possa intendersi ancora di qualche altro, la cui Storia pensasse il Manuzio di pubblicare. Io trovo bensì che il Manuzio avea disegnato di scriver l'Istoria della Casa d’Este, intorno a che abbiamo una lettera dello stesso Manuzio a Giambatista Pigna (Manuz. Lettere. p. 125) colla risposta del Pigna (Lcttei'c di diversi. Veri. i564, P- 80), ma il disegno non ebbe effetto. (*) L’edirione delle Lettere italiane di Pnolo Mainino fatta nel i^tio non è nè la prima, nè l'unira. Prima di essa se n’era fatta un'altra nell’anno i55(i. TlHAUOSCHi, Voi. X. 20