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l'RIMO 2()C) struenilo ne’ buoni studi. Nel qual esercizio durò circa tre anni, dopo i quali viaggiò per diverse città d Italia, singolarmente affìn di vederne le migliori biblioteche. Sembra però, ch’ egli continuasse a tenere o pubblica o privata scuola. Certo in tal esercizio egli era nel 1550, perciocchè il Robortello in una lettera scritta da Venezia nell’ aprile del detto anno dice: Paulus Manutius hic egregius habetur Ludimagister in instituendis pueris: Hypodidascalum etiam nactus est peritissimum (Cl. Viror. Epist. ad P. Victor, t. 1, p. 74)- Fino al 1540 egli co’ suoi fratelli, Manuzio il maggiore, Antonio l’ultimo, tenne ferma la società co’ figliuoli di Andrea Torresano nel negozio della stampa. Nel detto anno si divise da loro. e prese a segnare le sue edizioni con queste parole: Apud Aldi filios, o pure In aedibus Paulli Manutii. I Torresani continuarono anch’essi nell’esercizio dell’arte loro; e Bernardo uno di essi passato a Parigi vi aprì una stamperia che tuttor durava nel 1581, e dicevasi ancor la biblioteca di Aldo. Io lascio di rammentare diversi viaggi di Paolo, e le frequenti malattie, principalmente degli occhi, a cui fu soggetto, che tanto più gli riuscivan moleste, quanto più il distoglievano dagli amati suoi studi. Questi frattanto l avean già renduto sì celebre, che da molte parti veniva invitato con ampie offerte. Recatosi a Bologna nel 1555, quel senato cercò di tenerlo a vantaggio maggiore dell’ università: Questa, mattina, scriv egli stesso a’ 30 di settembre del detto anno (Lettere, l. 3, lettera 3). di con sentimento