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PRIMO della romana eloquenza. Continuò poscia ilMinuziano a darci altre edizioni di diversi antichi e moderni scrittori; e uomo, com’egli era, erudito e colto, a molte premise sue prefazioni scritte con molta eleganza, nelle quali talvolta si duole della fatal negligenza per.cui l’ arte della stampa era presto degenerata per l'ignoranza degli artefici e per l’avidità del guadagno degli editori. Era egli diligentissimo nel confrontare tra loro gli antichi codici e nel ricavarne la più sicura e la più giusta lezione. Egli ancora però non andò esente da quella taccia per cui le stampe d’Italia hanno sempre sofferto non leggier danno, cioè di voler tosto pubblicar da’ suoi torchi ciò che dagli altrui è già uscito. Quando Leon X fece stampare in Roma i sopraccennati libri di Tacito, il Minuziano fu destro in modo da averne i fogli di inano in mano cbe si stampavano, e quindi di apparecchiarne egli al tempo medesimo un' altra edizione. Dello sdegno ch’egli perciò incorse di Leon X, de’ disturbi che ne sostenne, e della maniera con cui calmò la procella contro di lui sollevatasi, si può vedere feruditissimo Sassi che di questo stampatore valoroso ragiona a lungo (Prolegom. ad Hist typogr. mediol, p. 107), e osserva che dopo il 1521 di lui più non trovasi memoria alcuna, e ch è probabile che verso quel tempo ei finisse di vivere. III. Al tempo stesso che il Minuziano rendeva celebri le stampe milanesi, Aldo Manuzio il vecchio aggiugneva nuovo onore alle venete. Di lui già si è parlato nella storia del secolo precedente, e abbiam veduto ch’ei morì nel 15 j 5.