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PllIMO entusiasmo nel coltivare le lettere, non ebbe forza comunemente, che finchè visser coloro i quali con raro esempio n eran compresi. Ma noi qui parliamo de tempi in cui fioriron gli studi, e non dobbiam funestare sì dolce e.sì gloriosa memoria con importuni confronti. Capo V. Stampe, Biblioteche, Raci'olle. di Antichità. I. L’infaticabile diligenza con cui molti Italiani del secolo xv si erano adoperati nel ricercare i codici degli antichi scrittori, appena lasciò a’ lor posteri occasione alcuna di meritarsi ugual lode. Leon X, come si è detto nel secondo capo di questo libro, propose ampissimi premii, e profuse tesori affine di scoprir nuovi libri. Ma il maggior frutto ch' ei ne traesse, fu il ritrovarsi dei’ primi cinque libri degli Annali di Tacito, a lui inviati dall'Allemagna, e da lui pagati cinquecento zecchini (V. Mazzucch. Scritt ital. t. 2, par. 2, p. 1020). Non giova dunque ch’ io entri qui a ricercare di alcune altre cose di minor conto che si andarono discoprendo; perciocchè io non debbo occuparmi in cotai minutezze, ove da ogni parte si offre grande e luminoso argomento di storia. Per la stessa ragione, dopo avere nel precedente tomo trattato dell’ introduzion della stampa, e della rapidità con cui essa si stese in quasi tutte le città italiane, non mi tratterrò a esaminare in quali altre città in questo