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LIBRO delle lettere Greche, Latine, Tose atte, sacre, et profane, ch erano in questa città (Paradossi, l. 1, parad. 5) (a). Ma mentre questa accademia così felicemente li ori va, avvenne cosa che la turbò e sconvolse, e la pose a pericolo d’intiera rovina. Veresie di Lutero e di Calvino, che anche in Italia andavano serpeggiando, minacciarono ancora d’infettare col lor veleno questa città, e parvero singolarmente rivolgersi a render loro seguaci quegli accademici. Il Muratori ha creduto (l. dtp. 17) che non fosse questo che impuro sospetto, nato per avventura da qualche disprezzo in cui gli accademici mostrasser di avere i preti e i frati, che certo a que tempi ne davan non rare volte occasione. Ma a dir vero, vi ebbe più che sospetto; e io non temerò di oscurar punto la fama di questa città, se riferirò qui schiettamente ciò che ne abbiamo negli scrittori di que tempi. Anzi mi sembra che tanto maggior gloria debbasi a' Modenesi, quanto maggiori l’uron gl’inciampi ne’ quali essi trovaronsi, e da quali uscirono nondimeno serbando incorrotta ed intatta la lor Religione. Ne abbiamo il racconto nella Cronaca ms. di Alessandro Tassoni, scrittore’ di que' tempi, di cui si ha copia in questa biblioteca Estense. Egli racconta (a) Più a lungo si è parlalo di questa e di altre accademie che di questo secolo furono in Modena, e così pure di quelle che lurono in Reggio e nelle altre città dell" Estense Dominio, nella biblioteca modenese (l. 1, p. 1, ee.; /fi,/?. 1), ove pure di Giovanni Grillenzone e di altri dotti «li questa nobil famiglia si sou date più distinte notizie (t. 3, p. a5).