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PniMO 2^ sì perfetta unione, che il più tenero e il più leggiadro spettacolo non si vide mai forse di quello, di cui Modena fu allor testimonio nella casa del Grillenzone: sette fratelli e cinque mogli co’ loro figliuoli maggiori assisi tutti ad una medesima tavola; e presso loro nella medesima stanza i figliuoli più piccoli, che non erano meno di o 50, serviti dalle stesse loro sorelle alquanto maggiori di età. A vedere un sì dilettevole oggetto accorrevano molti e cittadini e stranieri, e singolarmente gli uomini dotti, de’ quali era la casa del Grillenzone quasi un pubblico albergo, ed essi ricevuti alla sua tavola da Giovanni, accrescevano sempre più l’allegrezza di quei’ conviti. Benchè le loro sostanze non fosser molte, e la famiglia sì numerosa, e sì facile l’accesso a tutti, l’industria però e l'attività de’ fratelli, e più d’ogni cosa l’attenzion di Giovanni e il buon ordine da lui introdotto, faceva che quella casa sembrasse una delle più splendide e facoltose. Avea egli coltivati felicemente gli studi, e in Modena avea udito Panfilo Sasso che privatamente in sua casa sponeva un libro latino. In Bologna poi avea appresa la giurisprudenza da Lodovico Boccadiferro, la filosofia dal celebre Pomponazzo, e la medicina da Girolamo Firenzuola. Avido di apprender la lingua greca, si pose sotto la direzione di un certo Marcantonio da Crotone, venuto a caso a Modena, e assegnatoli stipendio parte del suo denaro, parte di quel degli amici, fece ch’ei prima d’ogni altro in questa città tenesse scuola di quella lingua. Ottenne Tiraboscui, Voi. X. 16