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PRIMÓ q33 stessa sventura fu allor soggetta l accademia degr Inti diati. Era essa stata fondata nel 1525 da Antonio Vignali, da Claudio Tolommei, da Luca Cortile, da Francesco Bandini Piccolomini, che fu poi arcivescovo della stessa città, da Lancellotto Politi, poi religioso domenicano e detto Ambrogio Catarino, e da Mariano Soccini il giovine. Nell' opuscolo sopraccitato intorno alle Accademie di Siena, si dice (p. 7, ec.) ch ella ebbe il nome d’Intronata singolarmente da Marcello II, e si cita la Vita di questo pontefice scritta dal Pollidori. In essa però io trovo bensì (p. 14? ec-) clie Marcello ancor giovine vi fu ascritto, ma non veggo farsi parola del nome ch’ egli le desse. Ed è certo che fin dal 1543, nel qual an Ortensio Landi stampò i suoi Paradossi, ella così appellavasi: Aspetto indubitatamente, dice egli, che gli Intronati di Siena mi muovino aspra guerra (l. 2, parad. 27). Questa accademia ancora occupossi principalmente nel coltivare e nell abbellire la lingua toscana; e si vuole che da essa uscisse la prima idea delle nuove lettere ad essa aggiunte, che il Trissino divolgò poscia come sua invenzione. Ma Apostolo Zeno dimostra che a torto hanno alcuni preteso di spacciare il suddetto scrittore come plagiario (Note al Fontan. t. 1, p. 31). Ben deesi a quella accademia, cioè al Tolommei che ne fu uno de fondatori, l'invenzion della nuova maniera della poesia italiana, di cui diremo a suo luogo. Non men che quella de Rozzi, si volse ancor questa accademia al teatro, ed ella ancor fu perciò ricercata da altre città, come direm nel trattare di questo