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a3o ‘ LIBRO (Sigilli, t, 18, p. 45 j t. 21 Giunte, p. 29). Fra tutte però le accademie fiorentine niuna è stata di sì gran vantaggio alla volgar nostra lingua, quanto quella che dicesi della Crusca. Ne furono fondatori nel 1572 Bernardo Canigiani, Giambatista Deti, Antonfrancesco Grazzini, Bernardo Zanchini e Bastiano dei' Rossi, i quali erano membri dell’ Accademia fiorentina, e a’ quali presto si aggiunse il cav Lionardo Salviati, a cui ella dovette principalmente la forma del suo regolamento (V. Zeno, Note al f'onLan. t. 1, p. 315). Il Vocabolario che da essa abbiamo avuto, stampato la prima volta nel 161 a in 1111 sol tomo, e poscia più altre volte fino all’ultima magnifica edizion di Firenze dell’anno 1 ^38 in sci tomi, basta esso solo a rendere quest’accademia immmortale. Perciocchè, comunque non voglia negarsi che vi siano ancora errori ed omissioni, esso nondimeno è opera di tal natura, che col mostrare i vantaggi di varietà, d’armonia, d’abbondanza che ha la nostra lingua su tutte le altre viventi, ci addita insieme in qual modo dobbiamo usarne per conservarle ed anche accrescerle ornamento e bellezza. Di un' altra accademia che verso la fine di questo secolo era in Firenze, e che da niuno, ch’ io sappia, viene accennata, si fa menzione in una lettera di Bonifacio Vannozzi, che non ha data, ma debb’ essere scritta in uno degli ultimi anni di questo, o de’ primi del secolo susseguente. Scrive egli a Bardo Corsi Lettere, t. 1, p. 101), e con lui si duole della morte di Jacopo di lui fratello, del quale all'erma che era conosciuto per tutta Italia, c