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PRIMO i85 Parrasio; e lo stesso dicasi di più altre. La copia ch’ era in Italia d’ uomini assai dotti nelle lingue greca e latina, facea che le città quasi tutte potessero provvedersi di opportuni maestri, e quindi il genio della letteratura andavasi sempre più dilatando, e produceva frutti sempre più lieti, come ben si raccoglie dal si gran numero di eleganti scrittori in ogni sorta di lettere e di scienze che a questi tempi furo 11 tra noi. XIII. Ciò non ostante, non pareva ancor provveduto abbastanza alla educazione de’ fanciulli, oggetto troppo importante ad ogni ben regolato governo, per non dover ad esso rivolgere le più premurose sollecitudini. I pubblici professori non poteansi avere senza assegnar loro lauti stipendii; nè tutte le città poteano sostenere sì grave spesa. Molti di essi innoltre, dopo avere, per qualche tempo occupata la cattedra, se veniva loro proferta miglior condizione e più copiosa mercede, abbandonavan tosto e scuola e scolari, per correre ove un maggior guadagno aspettavali. A ciò aggiugneasi che al sapere de professori non sempre si univa in essi l' impegno di formar valorosi discepoli; e che alcuni paghi soltanto o di ar* ricchirsi, o dir far pompa del loro ingegno, poco curavansi di ciò che avvenisse de' loro allievi. Per ultimo accadeva talvolta che insiem co precetti della letteratura i professori inspiravano nell’animo de loro scolari o coll esempio della lor vita, o co’ famigliari loro ragionamenti, massime e consigli di tal natura, che al buon costume e alla religione ne veniva non