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PRIMO | B t primo Itilis stmlentium numerus ad eandem Urbem confluxerit, ut in Gj mnasium Romanum inter omnia alia totius Italiae principatum facile obtenturum videatur. I tempi di Clemente VII furono troppo fatali a Roma non men che alle scienze; e perciò vidersi allora per più anni deserte le cattedre e mutoli i prò* fossori. Sotto Paolo III risorse l' università romana, e sostenuta da lui non meno che da romani pontefici che gli vennero appresso, fu onorata da molti egregi professori, accresciuta di fabbriche, e distinta con molti ragguardevoli privilegi. Sisto V singolarmente ad essa ancor fece parte di quella regia magnificenza di cui diè sì gran pruove nel suo pontificato; perciocchè e scontò il debito di ventimila'scudi da essa contratto, e deputò una congregazione di cardinali ad averne più special cura, e stese ed ampliò molto le fabbriche ad essa da’ prede* cessori suoi destinate; delle quali cose ognun può vedere un più distinto racconto presso il sopraccitato scrittore. Altre università erano allo stesso tempo nello Stato ecclesiastico. Paolo III l'an 1540 una nuova ne fondò in Macerata, della cui erezione abbiam la Bolla nel Bollario romano. Di essa parla Dionigi Attanagli in una sua lettera a Giovanni Carga, scritta a’ 26 di agosto del 1559), in cui dopo aver dette gran lodi del clima, delle fabbriche, degli abitanti di quella città, così aggiugne: Lo Studio non ha ancora molto grido et concorso, per esser quasi ne' suoi primi principii, ma se la pace durerà, non dubito che in breve tempo non si faccia