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I. IMI* univémlá in questo serolo in generale.

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ultime parole, perchè ei poteva nominar similmente i Flaminii!, i Molza, i Bonfadii, i Cortesi, i Fracastorì, iSannazzari. i Sannazzari, i Latu» pridii, i Fumani, i Maffei, gli Ariosti, i Tassi, i Castelvetri, i Navageri, i Giraldi, i Vida, gli Alciati, gli Aleandri e mille altri, pei’quali l’Italia fu in questo secolo oggetto d’ammirazione e d'invidia alle straniere nazioni, e la maggior parte dei’ quali viveano ancora mentre il Manuzio doleasi che per mancanza de’ mecenati la letteratura italiana era omai del tutto perita. Capo III. Università ed altre pubbliche Scuole e Seminarti. I. Fra’ molti frutti che dalla magnificenza de’ principi e de’ signori italiani raccolser le lettere in (questo secolo tanto ad esse glorioso, non fu l ultimo quello di veder fiorire sempre più lietamente l’ antiche università, e sorgerne altre nuove, emulatrici del loro nome, e tutte procacciarsi a gara l’onore di avere sulle lor cattedre i più celebri professori che allor vivessero. I tumulti e le vicende a cui ne' primi anni del secolo xvi fu soggetta l’Italia, furono ad alcune di esse cagione di molto danno, e alcune ancora si vider costrette per lungo tempo a tacere, finchè venissero tempi migliori. Ma non sì tosto cominciarono le nostre contrade a respirare un’aria più libera e più serena, che presto si videro tutte le università risorgere a ì