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i5o Liuno giusto elogio il Vedriani (Dott. Moderup. 236), il quale ancora ragiona del co Ercole (ivi p. 130) cugino del co Claudio I, e figliuolo del co Gherardo, uomo celebrato non solo dall’Aretino, il quale scrivendogli dice di volar mostrare al mondo quanto ei sia valente in la scienza delle Lettere, in l’harmonia della Musica, e nel mestiero della Milizia (Lett. l. 3 p. 222), ma ancora dal Sansovino che l’avea conosciuto in Venezia, e che oltre più altre lodi lo ilice ertali lo di Belle Lettere, et celebrato dagli uomini dotti de’ suoi tempi, de quali era protettore, amatore et benefattore (l. c. p. 90). Più bello ancora è l’elogio che ne fa il suddetto Panini nella citata sua Cronaca, dicendo ch’egli sempre con l amore, nelle quali ha acquistato non poco di gloria, accompagna in modo le lettere, ch all' improvviso fa versi latini degni di qualsivoglia buon Poeta, et. hora così vecchio, com egli è, d anni più di 70, più che mai si trastulla con le Muse volgari et Latine, et di questo posso io far fede certa, avendomi questo cortesissimo Signore più volte fatta parte delle sue belle et dotte composizioni nell' una et nell' altra lingua, eccitando ancor me alle medesime muse. XLV. Abbiamo annoverati sinora i principi e gli altri gran personaggi italiani che sostennero col lor favore ed avvivaron le lettere e le scienze. De’ sovrani stranieri due soli furono ch’ebber parte nelle cose d’Italia, e troppo più che pel riposo di essa non era a bramare, Carlo V e Francesco I. Amendue corser più volte I'Italia co' loro eserciti, e recarono a