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PRIMO 1^5 Ji cui il conte Claudio era liberale a’ dotti, abbiam nella dedica dal Bandello a lui fatta di una delle sue Novelle (t. 1, nov. 43), in cui racconta di se medesimo, ch essendo ito in Milano a desinare con lui, vi trovò ancora Bernardo Tasso, e che tutto quel tempo fu da essi impiegato in ragionar della poesia italiana, de’ quali discorsi provava il conte piacer singolare. Un bell’ elogio inolil e ne abbiamo in una lettera a lui scritta dal cardinale Sadoleto in risposta alla congratulazione del conte per l’onor della porpora a lui conferito; in cui gli scrive che avendolo conosciuto fino dai’ primi anni, e avendo scorte in lui fin d" allora quelle rare doti d’animo e d’ingegno da cui poscia eran nati sì copiosi frutti, l’aveva sempre amato non meno che rispettato assai (Epist. t. 2,p. 463, ed. Rom.). Piene ancora di elogi sono le lettere a lui scritte da Bernardo Tasso (fì. Fassa, Lc.tt. t. 1, p. 60, 62, 66, 69, 74 80, 86, ec. ed. comin.), le quali ci mostrano che questi inviava i suoi componimenti al co Claudio, quasi ad ottimo giudice, e che il conte era con lui sì liberale di doni, che il Tasso medesimo credette di dover por freno a sì grande munificenza. Nella lettera di Girolamo Muzio, poc anzi citata nel ragionare del co Guido, si fa menzion del sepolcro del co Claudio, che or si vede nella chiesa parrocchial di s Giorgio detta già di S. Francesco, e ad essa dobbiam la notizia ch esso fu opera di Giulio Romano; perciocchè dopo aver accennate le molte medaglie in onore del primo coniate dal Cavallerino, soggiugne: et la bellissima Tiraboschi, Voi X. 10