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PRIMO jpi daste i velluti d'oro, e le ricchissime maniche, (la bellissima cuffia? quanto è, che mi mandaste i dieci, e dieci, ed otto scudi? quanto è, (che mi faceste porre il Tribbiano nella cantina? quanto è, che mi accomodaste dei fazzoletti lavorati? quanto è, che mi poneste in dito la turchina? Sei mesi sono. anzi non pur quattro Presso a’ dieci anni siete vissi qui con una spesa di maschii e di femmine, ed a Mestre con una di genti e di cavalli, che avrebbe vuoto il mar d acqua, non che le vostre borse di denari. Ma è pur vero, che Iddio è thesauriero de larghi spenditori, ed è pur chiaro, che la virtù e la fede ha con letizia vostra spinto il gran Guido al Cielo (l. i, />. ioa). In altra lettera de 30 novembre del 1537 dice che non le scrive per renderle grazie del dono avuto la sera innanzi, nè per sollecitarla a mandargli quell'altro ch'ella aveagli apparecchiato; ma per rallegrarsi con lei e col co Guido delle nozze da essi fatte di Bianca Rangona Collalta loro nipote col co Gianfrancesco da Bagno (ivi, p. 209). Due altre lettere abbiamo a lei scritte dall’Aretino nello stesso anno (ivi, p. 230, 256), nella seconda delle quali le dedica la sua commedia intitolata il Marescalco, dono, a dir vero, mal conveniente a saggia ed onesta dama, qual ella era. Questa liberalità a favore dell’Aretino era certamente mal impiegata, ma essa pruova l’animo generoso di Argentina e del co Guido, di cui solo dobbiam dolerci che non fosse rivolto a migliore oggetto. Una medaglia in onor di essa coniata si vede nel Museo del co Mazzucchelli (t. 1, p. 179)