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PRIMO | 19 vìvesse. Così racconta lo stesso Alessandri innanzi al suo Trattato della Peste stampato in Torino nel 1586, ove aggiugne che avendo poi egli stesso dedicato nel 1565 al duca Emanuel Filiberto un’ altra sua Opera intitolata Apollo irradians, era stato da lui nominato suo consigliere e medico. Abbiam poc anzi accennato per qual maniera il detto Emanuele Filiberto figliuolo di Carlo III, uno de’ più gran principi e per valor militare e per senno, che mai avesse l’Italia, ricuperato il dominio trasmessogli da’ suoi maggiori, rientrasse finalmente ne' proprii suoi Stati, da quali era sì lungamente vissuto lontano. Or appena egli si vide fermo sul trono, che tosto rivolse l animo a procurare a’ suoi sudditi que’ vantaggi che dal coltivamento delle lettere e delle arti in lor si derivano. Vedremo nel capo seguente, ove ragioneremo dell università di Torino, ch egli prima nel Mondovì, ov’essa era stata trasportata, poi nella capitale suddetta, raccolse da ogni parte dottissimi professori, e assegnò loro assai lauti stipendii, fra quali Giambatista Girai di ebbe ogni anno 400 scudi d' oro. Perciò Pier Vettori, a cui avea il suddetto Giraldi dato ragguaglio di quel suo stabilimento, rispondendogli con sua lettera de 26 di giugno del 1564 loda altamente quel principe, e mostra il desiderio che avrebbe egli pure di colà trasferirsi, se troppo strettamente non fosse legato al suo sovrano: Contulisti enim te, dic egli, (Vict. Epist. l. 5, p. 122), ad Principem humanissimum, ac bonarum omnium arti uni cupidissimum (ut majores ejus et illustriores