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Il 8. LIBRO Romagnano, che allo splenrdor della nascita congiunse quello delle civili e delle ecclesiastiche dignità che in lui si vider congiunte, essendo egli stato eletto nel i4l)^ cancelliere in Savoia, e nel 1497)" vescovo di Mondovì. Col senno di questo grand uomo si ressero felicemente quelle provincie fino al 1509, in cui a 17 • di marzo chiuse Amedeo i suoi giorni; e fra le altre cose, a lui si dovette la riforma di molte leggi maggiormente ordinata, e la nuova edizione degli Statuti di Savoia fatta nel 1505. Le dediche a lui fatte delle Opere di Pietro Leone Vercellese nel 1496, de Salmi del Petrarca nel 1497 e di più altri libri, son piene delle lodi di questo illustre ministro, che ci viene in esse dipinto come uomo di raro ingegno, di profonda dottrina in ogni genere d’erudizione, di singolare prudenza nel maneggio degli affari, splendido protettore de’ letterati, e sempre intento a fornire l’università di Torino di esimii professori, e a premiarli ampiamente secondo il lor merito. Le quali notizie io ho estratte da un lungo ed esattissimo articolo intorno alla vita del Romagnano steso dal mentovato sig. baron Vernazza, e da lui stesso trasmessomi. Ma le guerre e la perdita di quasi tutti gli Stati, che ne venne in seguito, vietarono al duca Carlo III il continuare a dar prove della sua magnificenza. E nondimeno non lasciò di dar qualche saggio, come gli era possibile, dell’animo suo splendido e liberale; perciocchè avendogli Francesco Alessandri vercellese dedicato nell’an 1551 un libro intitolato Bivium, il duca dichiarò il padre di esso esente da ogni carico, finché