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PRIMO 1 o5 „oli abbiamo alle stampe, ch’io sappia, fuorchè una lettera scritta nel 1561 a Bernardino Rota, in cui lo ringrazia d una lettera e d’un sonetto da lui inviatogli (Zucchi, Idea del Segret. t. 1, p. 243). Egli morì in Sabbioneta in età di sessantanni nel 15t> 1, ma nel dì della morte discordano il Faroldi e il Lisca, perciocchè il primo lo dice morto a’ 26 di febbraio, il secondo Tertio Id. Martii, ossia a 13 di marzo. XXXI. Al ramo de’ duchi di Sabbioneta appartengono ancora il cardinale Scipione e monsig Francesco Gonzaga vescovo di Mantova dell’Ord de Minori Osservanti, detto nel secolo Annibale, figliuoli amendue di Carlo conte di S. Martino, figliuolo di Pirro ch era fratello di Luigi I padre di Rodomonte, e amendue hanno diritto ad aver luogo in questa Storia. Del cardinale io ho veduto i Commentarii inediti della sua Vita da lui medesimo assai elegantemente scritti in lingua latina, trasmessimi dal poc’anzi lodato P. Affò, a cui perciò ancora io professo vivissima obbligazione. Nato nel 1542 e istruito diligentemente negli elementi della letteratura per opera del cardinale Ercole che teneramente lo amava, fu poi inviato a Padova, perchè ivi coltivasse gli studi; ed egli si volse dapprima alle lingue greca e latina, e alla lezione de poeti, degli storici, degli oratori; nel che diede pruove di pronto e vivace ingegno. In Padova istituì l Accademia degli Eterei, di cui poscia diremo, e finchè ivi trattennesi, ne fu protettore e capo (Erythr. Pinacothec. pars 2. p. 39(). ed. Lips. 1692). Quindi tra le Rime di quegli accademici, stampale