Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/116

102 LIBRO intento, e io mi debbo trattener solo in ciò che spetta al proteggere e al fomentare ch ei fece le scienze e le arti. Ei diede pruova della sua magnificenza nel fabbricar tutta di pianta la città di Sabbioneta, che per la larghezza e dirittura delle sue vie, per l’architettura delle case private, per la bellezza de’ sacri templi, per la simmetria della pubblica piazza, per gli ornamenti che Vespasiano vi aggiunse di antiche statue e di vaghe pitture, e finalmente per le belle fortificazioni di cui circondolla, fu oggetto di maraviglia a tutti i vicini. Quanto al favore accordato alle lettere, il Lisca ci dice sol brevemente che la casa di lui era sempre piena d’uomini dotti da lui onorati ed amati. Ma nè egli nè il Faroldi nulla ci dicono delle pubbliche scuole di lingua greca e latina ch' egli fondò in Sabbioneta, e del chiamarvi ch’ ei fece Mario Nizzoli, uno de’ più dotti uomini di quel tempo. Noi ne abbiamo in pruova la patente medesima di professore data al Nizzoli coll’assegnamento dell’annuo stipendio di 300 scudi, che si conserva tra’ libri della cancelleria di Vespasiano nell' archivio secreto di Guastalla, della qual notizia io son tenuto al ch. P. Affò da me lodato più volte. Essa è segnata a’ 6 di ottobre del 1562, ed ha fra le altre queste parole: Tandem propositus fuit nobis E. D. Marius Nizzolius Brixellensis, vir latine graeceque doctissimus, et propter senectutem jam in perlegendi ac docendi munere perfectus, et consumatus, quem per aliquot ante menses auditum a nobis cognitum et approbatum tam in moribus et vita, quam in litcris