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PRIMO ()| ,d altri j die al suo servigio egli ebbe molti uomini celebri per letteratura, come Giuliano Goselini, Girolamo Muzio, Luca Contile; e che fu avvivatore e promotore delle belle arti, come si raccoglie da varie lettere a lui scritte da Giulio Romano a da Leone Aretino. Vero è ch'egli era persuaso, come si è detto, che a un principe non convenisse il maneggiar libri e il coltivar le lettere, e stette perciò lungo tempo ostinato a non voler che D. Cesare suo figlio fosse in esse istruito. Mi duol bene, scrive in una sua lettera inedita, ch è nel detto archivio, Nino Nini a D. Ferrante da Roma a 28 di giugno del 1542, perdonami V. E.. che essa persevera nella sua opinione, che li suoi figliuoli non habbino a imparar lettere; et al credere mio sarà sola; che il Duca d Urbino, che non avea studiato, quando havea tempo, si facea sempre leggere; e gli gran Capitani antichi tutti erano letterati; nè so perchè V. E. tenga in sì poco l imparare; oltre che tutti li suoi figliuoli non hanno da esser soldati. Convien dire però, ch’ei mutasse poi sentimento, perciocchè non solo D. Cesare, di cui ora diremo, ma ancora Ippolita figlia di D. Ferrante, negli studj sostenne le veci del padre, e in tenera età sembrò un prodigio di erudizione. Ne fanno testimonianza tre medaglie in onor di essa coniate. due mentre avea soli 15 anni, l’altra quando contavane 17, le quali si veggono nel Museo Mazzucchelliano (t. 1, p. 327). Una di esse principalmente colla sfera e con più altri stromenti matematici che si veggono nel rovescio, ci mostra che di cotali studi ella dilettava?.!