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1296 libro ha date bellissime notizie (Note al Fontan. t. 2, p. 164, ec.). Il Colonna prima di rendersi religioso, come congettura il detto scrittore, innamoratosi di Lucrezia Lelia, nipote di Teodoro Lelio vescovo allor di Trevigi, scrisse in onor di essa quest’opera, ch è tutta in prosa, e che nondimeno per riguardo al suo argomento doveva essere qui rammentata. E a me basta Taverne qui dato un cenno. Più altre notizie se ne potranno avere, non dirò già presso i pp Quetif ed Echard, che appena hanno conosciuto questo loro scrittore (Script. Ord. Praed. t. 2, p. 35), ma presso il suddetto Apostolo Zeno, e presso il Marchand, se pur saravvi chi abbia la sofferenza di leggere le venti intere colonne in folio che egli ci ha date intorno al Colonna (Dict. art. Colonna) (*). Noi frattanto passiamo all’altro argomento di questo capo, che appartiene in gran parte alla poesia italiana, benché la latina ancora vi fosse non rare volte impiegata, cioè alla poesia teatrale. XXIX. Abbiamo ne’ precedenti tomi osservalo quai fossero i principii del risorgimento della poesia teatrale in Italia. Le rappresentazioni de’ sacri Misteri ne diedero la prima idea. (*) Alcune belle ed esatte notizie intorno a Francesco Colonna ci ha date dopo la pubblicazione di questo tomo della mia Storia il ch. sig. Tommaso Temanza, il quale ancora esaminandone minutamente l’ opera qui accennata, dimostra ch’ essa contiene molti e pregevolissimi monumenti di’architettura, i quali ci danno a vedere quanto in essa fosse versato il Colonna (Vite de’ più celebri Ardui, e Acuii. I. i, p. i, ec.).