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I 2^6 LlBllO Quindi dopo averne accennati i pregi che son doni della fortuna, passa ad esaltarne la pietà, singolare e l onestà dei’ costumi, l’eccellenza a cui era giunta nella danza, nel canto, nel suono, e nel ricamo. Ma più d’ogni cosa ne loda lo studio della poesia e dell’eloquenza, e l’eleganza con cui scriveva in verso non men che in prosa, e in latino del pari che in greco: Te chorus Aonidum secreta per avia ductam Pierios haurire lacus, umbrasque subire L.turiteli nemoris, sedesque habitare beatas Permittit, comitemque sacri jubet agminis ire. Hinc fluit ingenuus vigor, hinc sublime videmus Ingenium, hinc nitidi facundia provenit oris. Sive libet faciles numeris includere versus, Libera seu pedibus componere verba solutis, Sive quid ipsa paras Grajae non inscia linguae. Nec satis est, si te nuribusque virisque Latinis Praeferimus, quos nostra vident nane saccaia; *ed jatn Vatibus acquari meruit tua laurea priscis. Così continua lo.Strozzi lodando Bianca, di cui aggiugne che Federigo duca d’Urbino avea destinato di darla in moglie a un suo figlio; ma che questi morì in età giovanile, prima che si celebrasser le nozze. E questi debb’ esser Buonconte figlio' di Federigo, di cui di fatto leggiamo che morì in età di soli 14 anni (Reposati, Zecca di Gubbio, t. 1, p. 2G5). XXII. Grandi elogi veggiam farsi non meno di Damigella ossia Domitilla Trivulzia figliuola di Giovanni Trivulzi senator milanese e di Angiola Martinenga bresciana, e moglie di Francesco Torello conte di Montechiarugolo, di cui