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teuzo 1-65 Isabella entrò in Milano nel 1489. e allora perciò doveva ivi essere Leonardo, e forse già da qualche tempo e deesi quindi emendare il Vasari, che il dice andato a Milano nel i4y4- 1°* geguosa pure fu l invenzione di Leonardo all’occasion delle feste che nella stessa città celebraronsi, quando l’an 1499 vi entrò il re Lodovico XII, perciocchè egli fece un leone congegnato per modo, che dopo aver fatti alcuni passi si aperse il petto, e il mostrò pieno di gigli (a). Opera di ardimento e di sforzo maggiore assai si attribuisce a Leonardo da lutti gli scrittori che ne han distesa la Vita} cioè lo scavo del canale detto il Naviglio della Martesana, che conduce le acque del!’Adda lino a Milano. Anzi il du Fresile aggiugne eh’ ei formò dugento miglia di iìmnc navigàbile lino alle valli di Chiavenna e della Valtellina, e che superò tutte le difficoltà che s’ incontrarono, e con moltiplicate cateratte, o vogliam dire sostegni, fece con «molla felicità e sicurezza camminar le navi per monti e per valli. Ma (a) Questa ingegnosa invenzione di Leonardo ricordasi ancora, ma come fatta per Francesco I, da Gianpaolo Lomazzo, ove parlando di somiglianti maraviglie, dalle quali, dice (Tratt, della Pitt. l. 1, c. 1), a’ tempi nostri ancora ne ha fatto ■ Leonardo Vinci, il quale, secondo che mi ha raccontato il Sig. Francesco Ale ho suo discepolo grandissimo miniatore, soleva fare di certa materia uccelli che per l’aria volavano; ed una volta dinanzi a Francesco primo Re di Francia fece caminare da sua posta in una sala un Leone fatto con mirabile artificio, et dappoi fermare aprendosi il petto tutto ripieno di gigli, e diversi fiori, il che fu di tanta maraviglia a quel Re, ec.