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«748 LIBRQ fare ciò che da altri si vede fatto. Solo ne accennerò alcuni che pel singolare lavoro furono allora oggetto di maraviglia. Negli Annali Estensi di Jacopo Delairo si fa menzione di un orologio fornito d'ingegnosi artificii, che un*Tedesco per nome Corrado volle innalzare sulla torre del palazzo del march Niccolò III in Ferrara, e dell’ infelice esito ch ebbe: De mense.... fuit incepta constructio et laborerium horologii novi super Turri palatii Domini Marchionis cum Angelo, tuba, stella, et aliis ingeniosis artificiis per Magistrnm Con melimi Teotonicum, qui tandem non capax industriae ad perfectionem se ab sentavi t per fugam (Script. Rer. ital. vol 18, p. 973). Più ammirabile ancor e di esito più felice fu l orologio che Lorenzo della Volpaia fiorentino lavorò per Lorenzo de’ Medici. Esso era congegnato per modo, che non solo segnava le ore, ma il moto ancora del sole, della luna e degli altri pianeti, le ecclissi, i segni del zodiaco e tutte in somma le rivoluzioni del cielo. Angiolo Poliziano che avealo veduto e attentamente osservato, ce ne ha lasciata in una sua lettera una bellissima relazione (l. 4, ep. 8). Ne parla ancora il sig. Domenico Maria Manni (De Florent. Inventis c. 29) che arreca altre testimonianze a pruova di questo fatto, e quella fra le altre del Vasari (t 2, p. 272), il quale dice che a suo tempo serbavasi ancora questo orologio nel palazzo del duca Cosimo. Ma è falso ciò ch’ egli aggiugne, che fu questa cosa la prima che mai fosse fatta di questa maniera. Perciocchè abbiamo veduto (t. 5, p. 342) che