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TERZO *7Í7 sul ragionare di lavori in legno, non sarà da questo luogo lontano il riflettere che l’arte ancora d’intarsiare a diversi colori e a diverse figure fu in questo secolo perfezionata di molto. Fra molti esempj che se ne potrebbon recare, basti l accennare un solo tratto dalla Cronaca di Mattia Palmieri. Questi descrive la regia magnificenza con cui Borso accolse in Ferrara nel 1459 il pontefice Pioli; e dopo aver detto che fra le altre cose ei diè a vedere il raro talento di un giovane modenese per nome Giovanni, il quale giocava agli scacchi stando lontano dalle scacchiere, e ordinando le mosse secondo le relazioni che veniangli fatte delle mosse nimiche, parla ancora di una tavola di legno intarsiata con ammirabil lavoro, in cui vedeansi alberi ed animali espressi sì al vivo, che parean dipinti; e aggiugne ch’ essa fu opera di artefici modenesi; Pluteum in ligno emblemmate ea arte confectum, ut veras arborum et animantium omnis generis formas motusque inesse diceres, ambigasque, penniculo ne, an, ut est, intersectis lignis imagines referant, opus Mutinensium fabrorum profecto praeclarum (Script. rer. ital. florent. t. 1, p.). XX. Mi si permetta l’ aggiugner qui qualche cosa intorno a un’ altra invenzione che non è aliena da questo luogo. Nel tomo V di questa Storia abbiam ricercato quando e per cui opera s’introducessero in Italia gli orologi a ruota, e abbiam veduto che molti ne furono in diverse città collocati. Non giova dunque l’ andar osservando come il loro uso si propagasse; poichè non è cosa degna di grandi elogi il