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17^4 LIBRO uomo spertissimo nell' arte di scolpire, e di far figure in creta e in marmo, morì in quest' anno, e fu sepolto nella Chiesa de' Celestini. Ei finì l'arca di marmo di S. Domenico, e fece la statua della C'ergine, che è nella facciata del palazzo degli Anziani. Non volle avere scolari, nè istruire alcuno. Era uom capriccioso e strano, e di sì rozze maniere, che ributtava tutti. Le cose ancora più necessarie per lo più gli mancavano; ed essendo di testa dura non voleva udir consiglio di amici Ebbe in moglie una de' Boateri, e un figlio e una figlia. Lasciò loro una statua, di marmo di S. Giambattista, suo lavoro, da vendersi per 500 ducati. Questo epitafio gli fu posto al sepolcro: Qui vitam saxis dabat, et spirantia signa Coelo formabat, proh dolor! hic situs est. Nunc te Bravitele s, Phidias, Policletus adorant, Miranturque tuas, o Nicolae, manus. Script. rer. ital. voi., p. già. XV. Francesco Francia bolognese nato nel 1450, e che visse fin dopo il 1522, ebbe gran nome tra’ dipintori, e ne ragionan perciò a lungo il Vasari (l. c. p. 505) e il co Malvasia (Fels. pitt. t. 1, p. 39, ec.). Ma nel dipingere egli ebbe alcuni non solo uguali, ma ancor superiori; anzi si vuole che lo stupore e l’invidia ch’ egli ebbe in rimirare un quadro di Raffaello, gli cagionasse la morte. Ma nel lavorare in argento e in altri metalli ei non ebbe forse chi ’l pareggiasse. Attendendo dunque, dice il Vasari, mentre stava all orefice al disegno, in quello tanta si compiacque, che svegliando 1