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TERZO 1733 «le1 quali direm tra pittori (V. Vasari, l. c. p. 461 Baldin. t. 4 f p- 25, ec.), Vellano da Padova (Vas. l. c. p. 276), Paolo Romano (ib. p. 292) e Francesco Sanese (ib. p. 224), Mino da Fiesole (ib. p. 34*)> e più altri, per non allungarmi inutilmente in ripetere ciò ch è già stato scritto più volte. Molti altri ancora, che dal Vasari si tacciono, ebber gran nome; e si posson vedere le lor notizie presso altri scrittori che hanno illustrata la storia delle arti riguardo alla lor patria. Io accennerò solamente Guido Mazzoni modenese, detto perciò Modanino, plastico rinomatissimo, che conosciuto in Napoli da Carlo VIII, fu da lui condotto in Francia, ove poscia morì, dopo aver ammaestrata nell’arte medesima sua moglie e sua figlia. In Italia, dice Pomponio Gaurico (De Sculptura prope fin.), laudatissimus nostra aetate Virus Mazon Muli ne tisis, quern nuper nobis Gallia cum plerisque rebus abstulit. Uxor etiam ejus finxit et filia. Più copiose notizie se ne posson vedere presso il Vedriani (Pitt., Scult., ec. Moden.p. 26) (a). Finalmente negli Annali di Bologna di F. Girolamo Borselli si nomina un Niccolò scultore ivi morto nel 14p4> a cui si dee il compimento della bellissima arca di S. Domenico: Niccolò oriondo dalla Dalmazia, ma fino da' primi anni educato in Bologna, argomenti ha provato contro l’asserzione del Vasari, che Pietro Perugino non potè essere scolaro del Veri-occhio (Leti, pitlor. perug. p. 122, ec.). (a) Del Mazzoni ho trattato a lungo nelle Notizie degli Artisti modenesi, ove ho anche riferiti gli onori ch’egli ebbe in Napoli al tempo di Carlo Vili.