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X. Altre da lui falle tu Italia. l'J'2'J LIBliO nell' anno i5i3, e dell’Epitome di Aurelio Vittore accennata dal march. Maffei. Ma torniamo alle sue opere d’ architettura. X. Egli era già tornato in Italia nel 1506; perciocchè in quest’anno, come affermano il march. Maffei e il march. Poleni, egli scrisse e indirizzò quattro Dissertazoni al Magistrato sull'acque in Venezia, le quali nell’archivio di esso ancor si conservano, intorno al luogo in cui doveansi condurre a sboccare le acque della Brenta, di che parla lungamente il Vasari. Essendosi poscia nel 1513 abbruciato il Rialto, Giocondo fece il disegno per rifabbricarlo assai più bello e più maestoso di prima. Ma in questa occasione egli ebbe il dispiacere di vedersi antiposto un altro architetto, che in niun modo potea stargli ai confronto. Di che sdegnato, come narra il Vasari, partì da Venezia e recossi a Roma, ove, morto Bramante, nel 1514 fu insieme con Rafaello da Urbino e Antonio da S. Gallo destinato a soprantendere alla gran fabbrica della nuova basilica di S. Pietro. L’ultima opera di Giocondo, di cui si trovi menzione, fu nel ristoramento del ponte della Pietra in Verona sua patria; perciocchè dovendosi rifondare, dice il march. Maffei, la pila di mezzo, che più volte era ruinata per l impeto dell acqua in quel sito, e per la mollezza del terreno, egli diede il modo e di farla, e di conservarla con tenerla fasciata intorno di doppie travi fitte nel fondo, talchè il fiume non potesse cavar sotto. Il Vasari dice che ciò avvenne, mentre quella città era sotto il dominio dell’ imp Massimiliano; ma monsignor