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TERZO 1709 Benedetto però più che nell’ architettura fu celebre nel lavorare d’ intagli in legno, per la fama de’ quali fu chiamato alla sua corte dal re Mattia Corvino. Ma poichè egli ebbe il rossore di trovar guasti e malconci alcuni lavori ch’ egli avea seco colà condotti, benchè gli venisse fat to di racconciarli, abbandonò nondimeno quell’ arte, e si diè singolarmente alla scultura, in cui pure riuscì eccellente, e ne diè molti saggi e in Firenze, ove poscia fece ritorno, e altrove. VI. Io non mi stendo più oltre nel ragionare di questi e di altri valorosi architetti italiani di questo secolo, perchè non cerco che di dare un semplice saggio del molto che ad essi dee quest’ arte. Di due nondimeno parlerò alquanto più stesamente, perchè furono per avventura i più famosi fra tutti, e un di essi fu il primo a dare alla Francia l’idea di giusta e ben ordinata architettura, dico Bramante e F. Giocondo. Il Vasari (Vite de' Piti., ec. t. 3, p. 84) e il co. Mazzucchelli (Scritt. ital. t. 2, par. 4, p. 1974) son quelli che più diligentemente hanno scritto intorno a Bramante. Ma ciò non ostante più cose rimangon tuttora oscure, e fra le altre la patria e la famiglia di questo sì illustre architetto. Alcuni il dicono natìo d’Urbino, altri di Castel Durante, detto poi Urbania, altri di Fermignano, altri di Monte Asdrubale, tutti luoghi del ducato d’Urbino. L’ultima opinione sembra la più verisimile, sì pe’ monumenti accennati dopo il Crescimbeni dal co. Mazzucchelli, sì per la medaglia che se ne ha nel Museo Mazzucchelliano, in cui egli è detto vi. Prime notizie rii Bramatiteli.» Ur1.111«.