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1702 LIBRO sulla Piti. ec. t. 4, p. 316, ec.) ha pubblicato un passo della dedicatoria con cui Antonio Averlino o Averulino architetto egli ancor fiorentino offre a Francesco Sforza un suo trattato d’Architettura non mai uscito alla luce, e di cui annovera alcuni codici a penna il co Mazzucchelli (Scritt ital. t. 1,par.2,p. 1427). Or in essa egli afferma di aver dato il disegno di quel grande spedale: Sicchè non essendo così bene ornata (parla della sua operetta) pigliala non come da Oratore, nè come da virtuoso, ma come dal tuo Architetto Antonio Averlino Fiorentino, il quale fece le porte di bronzo di S. Pietro di Roma... e nell inclita tua Città di Milano lo glorioso albergo de’ poveri di Cristo, il quale con la tua mano la prima pietra nel fondamento collocasti, e anche altre cose per me in essa ordinate., e la Chiesa maggiore di Bergamo con tua licenza ordinai. Io credo però «li ct'rto che Antonio Averulino e Antonio Filarete non sieno che un sol personaggio. Del Filarete dice il Vasari, che scrisse 24 libri di Architettura, e che dedicolli a Pietro de Medici. L’opera dell’Averulino, come affermasi dal co Mazzucchelli, è in 25 libri; e in un codice da lui veduto si legge la dedica dell’autore al detto Pietro de Medici. Innoltre il Filarete, secondo il Vasari, afferma in quella sua opera di aver dato il disegno dello spedal di Milano e del duomo di Bergamo, e amendue appunto queste fabbriche a sè attribuisce l’Averulino, onde a me sembra evidente che Averulino e Filarete sien due diversi