Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/468

• GSj udrò predicava i giorni di festa, attraendo con l eloquenza sua molto populo, perciocchè a sua posta avea le lagrime, le. quali cadendogli dagli occhi per il viso, le raccoglieva talvolta, et gittavale al populo. Racconta poscia che Mariano a persuasion (!di Lorenzo de’ Medici predicò una volta, cioè il giorno dell'Ascensione del i49'j contro le profezie che il Savonarola andava spargendo j c ch’egli si mostrò allora sì pieno di mal talento, che molti de’ suoi amici medesimi ne rimasero scandalizzati, e lo abbandonarono; che il Savonarola alcuni giorni appresso salito in pergamo, ribattè gli argomenti e le ragioni di f Mariano; e che questi temendo di perder la grazia di cui godeva presso il popolo, se ei fosse creduto nimico del Savonarola, lo invitò in un giorno a cantar la Messa in S. Gallo. Ma andando, continua lo storico, di lì a poco tempo a Roma, fece, ogni sforzo per mandare a fondo il nome et la vita sua, perciocchè predicando nel Collegio de' Cardinali innanzi ad Alessandro VI ebbe ardir di dire 'un tratto. e di prorompere in queste parole dicendo: abrucia, abrucia, S. Padre, lo istrumento del Diavolo, abrucia, dico, lo scandalo di tutta la Chiesa, parlando apertamente del P. Girolamo. La qual cosa intendendo egli in Firenze, gli fece una pubblica correzione, predicando in Duomo dicendo: Iddio ti perdoni: lui ti punirà, e fra poco tempo si manifesterà, che attendi agli stati et reggimenti temporali. Siccome avvenne; perciocchè non vi andò molto, che si scoperse la congiura de' Cittadini che volt'vano rimettere la Casa de'