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TERZO iGGl e sulla loro sintassi, perchè questo era, per così dire, lo studio alla moda. E frattanto poco, o nulla si rifletteva a’ precetti e agli esempi, che in essi abbiamo, di perfetta eloquenza. Aggiungasi, che a divenire eloquente oratore non vi era stimolo di ricompensa, o di premio. L uso di perorare ne’ tribunali in favore dei’ rei non era introdotto. Non v’ erano adunanze di popolo, da cui dipendesse la decisione di gravi affari, e cui perciò convenisse persuader con parole. Le allocuzioni militari furon sempre più proprie degli scrittori di storia, che dei generali d’ armata. Solo in occasione di alcune solenni pompe potevano gli oratori far mostra della loro eloquenza; ma nè queste eran molto frequenti, nè eran tali comunemente che potessero in essi destar grandi speranze. Quindi non è maraviglia che l’eloquenza civile si rimanesse languida e fredda, e che non si possa mostrare nel corso di questo secolo una sola orazione degna di un valoroso oratore. II. Assai migliore, almen quanto alla fama che alcuni per essa ottennero, fu la sorte dell’eloquenza del pergamo; e maggiori in fatti eran gli stimoli che per essa si aveano. Oltre lo spirito di religione che anima ed infiamma coloro che ne sono compresi, il vedere una immensa folla di popolo pender immobile della sua bocca, investirsi di quegli affetti che più gli piace, piangere, fremere, rallegrarsi, com egli vuole, è un troppo dolce incentivo a un sacro oratore, per usar di ogni sforzo a giunger alla perfezion di quest'arte, che può renderlo it. Carili rr;» degli ora luti sacri.