Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/391

TERZO »6o5 In ni» quasi ancor fanciullesca venuto a Firenze, fu ivi nel suo medesimo palazzo amorevolmente accolto da Lorenzo de1 Medici, che dovette fin d’ allora scorgere in lui que’ primi semi d’ingegno che produssero poi si gran frutti. Jnnulritus pene a puero siun, dice egli stesso (l. io, ep. i) caslissimis illis penetralibus magni viri, et in Ime sua Jlorcntiss'una República Principis Laurcntii Medicis. Lorenzo cominciò a godere di grande autorità in Firenze l’anno 1469? i» cui morì Pietro suo padre; c perciò circa questo tempo si dee fissare T ingresso ilei Poliziano in casa dello stesso Lorenzo. Il Menckenio afferma (p. 3i) eli’ci fu ricevuto in casa da Cosimo avolo di Lorenzo morto nel e l’unico autore ch’egli allega a difesa della sua opinione, è il Boissard (Icori. Viror. doctor, p. 31). Ma può egli questo scrittore bastare a persuaderci una cosa clic si rende inverisimile e dall’ età di soli dieci anni che avea Angiolo, quando Cosimo morì, e dal silenzio eli’ ei tiene nelle sue opere intorno a questo beneficio di Cosimo, di cui egli mai non ragiona, attribuendo ogni sua fortuna a Lorenzo? Per altra parte, se Angiolo avea quindici o sedici anni di età, quando fu da Lorenzo ricevuto in sua casa, poteva ben dire sappiamo chi la scrivesse e qual fede egli meriti. Potrebbe essere nondimeno che il Poliziano prendesse talvolta per vezzo di antichità il soprannome di Basso alla stessa maniera che il soprannome medesimo poco appresso prese il celebre poeta Angelo Colucci; e che da ciò venisse l’opinione una volta comune, ch’ei fosse della famiglia de’ Bassi.