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TFRZO,24ì) XII. Il Varchi parlando dello stato della poesia italiana di questi tempi, afferma che dopo la morte del Petrarca tanto andò di male, in peggio, che quasi non si riconosceva più, come si può vedere ancora da chi vuole nelle composizioni dell’ Unico Aretino, di M. Antonio Tibaldeo di Ferrara, e d alcuni altri, le quali se ben sono men ree e più comportevoli di quelle di Panfilo Sasso, del Notturno, dell’Altissimo, e di molti altri, non hanno però a far cosa del mondo nè colla dottrina di Dante, ne colla leggiadria del Petrarca (Ercol. p. 58). Così egli unisce insieme questi poeti, e noi pure qui gli uniremo, benchè alcuni di essi potessero aver luogo nella storia del secol seguente. E quanto all Unico Aretino, che vien posto del pari col Tibaldeo, e con lui è preferito agli altri, egli è Bernardo Accolti figliuol dello storico Benedetto da noi già mentovato. Di lui ha parlato a lungo il co. Mazzucchelli (Scrit. ital. t. 1. par. 1, p. 66), e si posson vedere presso questo esatto scrittore le più minute notizie intorno alla vita di questo poeta soprannomato rUnico, per ispiegarne la singolare eccellenza nel verseggiare. L applauso ch’egli ebbe prima alla corte d Urbino, poscia a quella di Boma bo affermato che alcuni lo hanno più del dover biasimato; ma forse parrà ad altri che anche le lodi di cui il sig. Tìnrolti l’onora, dovessero esser minori. Egli però non ha posta mente alle Lettere scritte dal Itemho a nome di Leon X, e a que'le di Girolamo Negri da noi qui citate, che qualche altra notizia ci danno della vita di questo illustre poeta. XII. Brrnanlrt Accolti celebre improvvisatore.