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l536 LIBRO recossi, come congettura il Sassi (l. c. p. 158). a Ferdinando re di Napoli, per cui comando recitata avendo un’orazione a Lucchesi affin di distoglierli dall’ alleanza da essi stretta con Lorenzo de' Medici, ne incorse per tal modo lo sdegno, che questi, arrestatolo su’ monti presso Bologna, il fece strozzare. L’accennata orazione, che conservasi manoscritta (*) nella biblioteca Ambrosiana, è il solo monumento che del sapere di questo non troppo saggio professore ci sia rimasto (a). XXIX. Scolaro di Francesco Filelfo, e al suo maestro assai grato, fu Gabriello Paveri Fontana di patria piacentino. Questi venuto a Milano e postosi alla scuola del Filelfo, fu da lui istruito nella greca non meno che nella latina lingua; e gli si strinse in amicizia per modo, che avendo ardito Giorgio Merula di mordere e in voce e in iscritto il Filelfo, egli prese a difenderlo, e pochi mesi innanzi alla morte dello stesso Filelfo pubblicò in Milano una latina Invettiva contro di esso, da lui per disprezzo chiamato Merlano (**). Da essa racco(*) L’Orazione a’Lucchesi di Cola Montano, ch’io credeva sol tns., fu stampata sulla line di quel secolo stesso; e il eli. sig. D. Jacopo Morelli, che l’ha veduta, mi ha avvertito eh’ ella è di fatto piena di tratti amari e maligni contro de’ Medici. (a) Cola Montano avea anche scritte alcune Regole gramnticali, come ha osservato il P. ab. Casati (67cereii Epist.t. a, p. 224, ec.), benché nou sappiasi se esse abhian mai veduta la luce. (**) 11 Menila non potè esser detto Merlano per disprezzo, perchè tale era veramente il cognome della sua famiglia, la quale in Alessandria sussiste tuttora, come