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TERZO l5ai e a spiegare la Politica il’Aristotele (a). Tre anni appresso, cioè nel ì4?4» ottenne finalmente (li esser chiamato a Roma dal pontefice Sisto IV a tenervi scuola di filosofia inorale, collo stipendio annuo di 5oo ducali; nè il duca si oppose allora alla sua partenza. Venuto pertanto a Roma, prese a spiegare pubblicamente a grandissimo numero di scolari accorsi ad udirlo le Quislioni Tusculane di Cicerone; ed ebbe fra gli altri a suo uditore il celebre Alessandro d’Alessandro, che di lui lasciò ne’suoi libri onorevol menzione (Dies Genial. I. i, c. a3). Ma dove poteva mai il Filelfo abitar lungamente? Dopo la morte del duca Geleazzo Maria, sperò egli per avventura d’incontrare più lieta sorte in Milano, e vi fece ritorno nel 1477, (a) Quando Lorenzo de’ Medici fece risorgere l università di Pisa, il Filelfo adoperossi per esser colà chiamato; e ottenne nel ria Cicco Simonetta una lettera di raccomandazione a Lorenzo, e a lui due volte in quell’ anno scrisse perciò egli ancora. Queste lettere sono state pubblicate da monsignor Labbroni (l'ila Laur. Med. t.2, p. ec.). In esse ei parla di se medesimo colla sua usata modestia: Sapete, dice nella prima, non potere in questa etate havere un altro Philelpho. E nell’altra: Voi sapete che in questa etate niun altro se po mettere a comparatione mecho in la mia facholtà.- chiede 500 fiorini l'anno, e dice che il suo impiego sarebbe leggere in eloquentia et philosophia morale così in Greco come in Latino, come leggeva in Firenze nel tempo antedecto; chel Dante io leggeva per mio piacere, e per far cosa grata alla vostra inclyta Città. Ma ei non ottenne ciò che bramava. Alcune altre lettere del Filelfo ha pubblicate monsig Fabbroni, che confermano e rischiaran le cose che di lui abbiam dette (ib. p. 22, 381, ec.).