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TERZO I5II XXIII. Perciocché questi, quando vide che il partito dei’ Medici, abbattuto nel settembre del 1433, era risorto un anno appresso più forte che prima, credè saggio consiglio l’ abbandonare Firenze, se pur ei non ne fu esiliato, come racconta Vespasiano fiorentino nella Vita del Filelfo da noi poc’anzi citata (a); il quale aggiugne che il Filelfo divenne nimico di Cosimo, perchè questi veggendo ch’ei s’impacciava ne’ pubblici affari più che a lui non si conveniva, affin di abbassarlo, fece venire a Firenze a competer con lui Carlo Aretino, la cui scuola rendette presto deserta quella del Filelfo. Ei recossi allora a Siena, ov egli era al principio dell’an 1435 collo stipendio di 350 scudi d’oro. Cosimo de’ Medici, il quale se (n) Le lettere del Filelfo scritte nel i4”3 a Lorenzo de’ Medici, pubblicate da monsignor Fabroni, e che citeremo più sotto, ci mostrano ebe ci fu veramente da Fiienze esilialo come ribelle: Consideralo, due egli, la vostra legge cantra di rubelli, tra’quali per opera della buona memoria di Carlo d’Arezzo c di Poggio con la loro sinagoga io fui ingiustissimamente connumerato. E in un’altra: Quando ultimamente io leggeva a Firenze, liairva fiorini 351 l’anno.... la qual mia condotta fu per anni tre, 11 fini nel 54 (è corso errore di stampa, e dee leggersi del 34« come dulie cose qui dette è palese, e anebe dall’ epoca della morte del Pìccoli, die accadde nel ■ 4^7) nel qual anno del mese (l’Agosto fui recondotto ptr altri anni tre a' fiorini 45: per c ’ascltun anno, il che non ebbe liK>go; perocché fasta la novità del mese di Septembre, furono facti Qffitiali de lo studio niellimi tucti a me conirarj, tra’ quali era Niccolò Niccoli et Franco Sacchetti. Jl perché io presi partilo, et andai a Siena.