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12.^0 LIBRO ila Francesco Cornigero Tamii (a), alcune delle quali trovansi ancora sparse in altre raccolte. Esse fan testo di lingua, benchè pur non siano prive di quella rozzezza che vedesi in quasi tutti i poeti italiani di questo secolo. Ei fu famoso per maldicenza, e ne abbiamo in prova il sonetto del Tibaldeo, che comincia: Non t’ accostare a questa tomba oscura, Se tu non sei di lingua empia e mordace; Che qui Bernardo Beli mona giare, Che in morder altri pose ogni sua cura, ec. Se ne lodano singolarmente le poesie burlesche da lui composte a imitazion del Burchiello nel qual genere parecchi altri Toscani si esercitarono, come Feo Belcari, di cui abbiamo molti altri componimenti poetici, ed altre opere in prosa (ib. p. 620, ec.), Antonio Alamanni < ib. t. 1, par. 1, p. 241, ec.), Giovanni Acquettini, Filippo Brunelleschi ed altri, le rime de’ quali, oltre altre edizioni, sono state unite alle Poesie del Burchiello ristampate colla data di Londra nel 1757. Francesco Cei fiorentino, che fiorì circa il 1480, ebbe in quel secolo, se crediamo al Crescimbeni (Comment t. 2,par 2, p 170) e al Quadrio (t 2, p. 214), stima non inferiore a quella che già avuta avea il Petrarca, anzi da alcuni fu allo stesso Petrarca antiposto. Essi citano la testimonianza del Varchi. (a) Francesco Tanzi milanese fu anch’egli coltivatore della poesia, e se ne posson veder le pruove nelle notizie clic l’Argelati re ne ha date nella sua Biblioteca degli Scrittori milanesi.