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temo i a35 eleganza la poesia italiana coll invenzion de canti carnascialeschi, co’quali accompagnavansi le mascherate solenni che si faceano in Firenze. La pompa di tali spettacoli si può vedere descritta nella prefazione premessa alla nuova edizione de suddetti Canti dello stesso Lorenzo. Questi ancora sono componimenti eleganti non men che piacevoli, ne quali e allora e poscia Lorenzo ebbe gran numero d imitatori. Quindi è venuta la Raccolta di Trionfi, Carri, Mascherate e Canti Carnascialeschi del tempo di Lorenzo de' Medici stampata in Firenze nel 1559, e poscia con molte aggiunte pubblicata di nuovo in Lucca sotto la data di Cosmopoli 1* anno i-5o dal signor Rinaldo Maria Bracci sotto nome di Neri del Boccia, la qual nuova edizione fu occasione al Bracci di contese e di non lievi disgusti (Mazzucch. Scritt. ital. t. 2, par. 4, p 1950). Vedrem Guai mente che Lorenzo ebbe ancor qualche parte nel risorgimento della poesia teatrale, e che quindi a ben giusta ragione gli è dovuto il titolo di ristoratore della poesia italiana. MI. Tra quelli che in sì glorioso disegno si unirono a Lorenzo, i più illustri, per testimonianza del sopraccitato Varchi, furono Angiolo Poliziano e Girolamo Benivieni. Del primo parleremo più a luogo, ove diremo de professori d’eloquenza. Qui rifletterem solamente che a lui dee moltissimo la poesia italiana, non solo perchè egli fu uno de più felici ristoratori del nostro teatro, di che ragioneremo fra poco, non solo perchè fu uno de’ primi a dare qualche id«.a della poesia ditirambica, come egli