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13<)8 LIBRO della sua vita, confessa che fin da’primi anni avea amata la poesia: A teneris colui Musas: mihi semper ad artes Ingenuas calcar cura patema f’uit. Entrato nell’Ordine de' Carmelitani, continuò in esso i suoi studj in varie città e sotto diversi maestri, come egli stesso racconta nella citata elegia, ove ancora aggiugne che fu onorato di ragguardevoli cariche; che intraprese non pochi viaggi, e che ebbe a sofferire molti disagi. I suoi meriti io innalzarono nel 1513 alla suprema dignità di general del suo Ordine, alla quale però ei rinunciò spontaneamente tre anni appresso, per vivere in riposo nella sua patria. Ma pochi mesi dopo ai’ 20 di marzo dell’ an 1516 finì di vivere in età, secondo il Giovio, di oltre ad 80’anni, onorata di magnifiche esequie, e di una statua di marmo coronata d’alloro, che da Federigo Gonzaga marchese di Mantova gli fu fatta innalzare. Moltissime ne sono le opere, e quasi tutte di poesia latina. Nè io ne tesserò il catalogo, che può vedersi presso molti scrittori, e singolarmente presso il Warthon nella sua Appendice al Cave (p. 238). Un’ orazion manoscritta detta l’an 1488 innanzi al pontef Innocenzo VIII ne avea presso di sè 1 arciprete Barnffaldi (Ca~ log. Racc. dopusc. t. 26, p. 174)- Diversi sono i giudizi che di questo poeta han recato diversi scrittori, alcuni de’ quali non han dubitato di porlo a fianco a Virgilio; e io mi stupisco ch Erasmo, giudice per altro sì rigoroso, si lasciasse in tal modo sedurre da non so qual